LA GRANDE BATTAGLIA

di Lorenzo Parolin[L8/617]

L’umanità può essere divisa in due gruppi: uno che accetta i principi regolatori dell’esistenza, cioè che ritiene che l’Universo abbia un ordine interno che conviene rispettare, e l’altro che rifiuta quei principi, anzi, che li vuole stabilire di testa sua, magari elevando democraticamente un io collettivo (una qualche maggioranza) a misura di tutte le cose.
Il primo gruppo è impegnato a costruire il regno di Dio , il secondo a costruire il regno dell’uomo .
Ma l’uomo ha capacità limitate: è un ordine insufficiente con una grande foga di vedere realizzati i suoi progetti miopi, perciò, l’ordine che crea attorno a sé, è ancora un disordine.
Il bene sprona gli uomini a convivere amorevolmente e a collaborare al grande progetto divino; il male, invece, istigandoli a combattere tra di loro per far prevalere ciascuno la propria idea, li distrae dall’Amore e provoca dissipazione di energia. L’uomo orgogliosamente volitivo porta acqua al mulino del Male! Il regno dell’uomo finisce così per coincidere con l’impero delle tenebre.
Il male attorno a noi è tanto. Sembra un cancro che abbia intaccato l'umanità intera. Ma da dove viene il male?
Il cuore dell’uomo è un mistero. Lì dentro può albergare sia il bene che il male, e Dio ci ha creati liberi di scegliere l’uno o l’altro . Grandi o piccoli, persone importanti o semplici, ognuno di noi può decidere con le sue scelte se migliorare o peggiorare il mondo.
Il più delle volte pensiamo che la causa del male stia fuori di noi : in quegli uomini che scelgono la violenza, in quei governanti che pensano solo al loro tornaconto, in quelle grandi multinazionali che fanno soldi anche attraverso i disastri ambientali... Invece, almeno per la nostra piccola percentuale, siamo noi i responsabili del male che c'è nel mondo.
Ogni volta che dal nostro cuore viene fuori l'egoismo, l'invidia... ogni volta che nel nostro cuore decidiamo di non rispettare gli altri, di evitare i sacrifici, di scegliere le cose più comode a discapito degli altri... allora il male nel mondo cresce per colpa nostra.
Ovviamente è vero anche il contrario: ogni volta che scegliamo la generosità, la fraternità, la gioia, la giustizia... contribuiamo a far crescere il bene nel mondo.
La grande battaglia dell’esistenza non va dunque combattuta fuori di noi. I banchieri, i politici, i profittatori ecc. sono solo ramificazioni del male. Le radici da estirpare sono dentro di noi. È su sé stessi che bisogna concentrarsi!
Il da farsi è chiaro e ben conosciuto da migliaia d’anni:
- non insidiare la donna altrui,
- non appropriarsi di ciò che spetterebbe agli altri,
- non gonfiare o sgonfiare la verità a proprio piacere,
- non vendicarsi ma perdonare,
- dedicare del tempo a prendere contatto con il Dio che sta sopra di noi,
- stare sottomessi all’autorità dei genitori,
- non abbandonarsi alle impurità.
- …
Chiaro come programma?
Chiarissimo! Ma disatteso nei fatti.
Le conseguenze sono altrettanto chiare: il nostro mondo marcio e ingovernabile!
C’è poco da giustificarsi: non lavorando umilmente su noi stessi non arriviamo a vincere i nostri difetti, anzi, li coltiviamo come virtù; ci crediamo dei grandi personaggi, combattiamo contro quelli che non la pensano come noi col fine di abbatterli, non abbiamo tempo né voglia di praticare l’amore, perciò, non arriviamo mai a conoscere la felicità. È una bella condanna che ci infliggiamo!
L’obbiettivo del saggio è la vittoria sul nemico interiore , non l’annientamento dei nemici esterni. Semmai questi li tratterà come oppositori da convertire al bene, e si adopererà alla loro salvezza usando le armi della carità.

Più uno è incapace di combattere contro sé stesso più si scaglia contro gli altri. E più la sua rabbia aumenta.

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/617]